Il libero arbitrio by Mario De Caro;

Il libero arbitrio by Mario De Caro;

autore:Mario De Caro; [De Caro, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858117941
editore: edigita
pubblicato: 2004-11-14T23:00:00+00:00


2. L’illusione della libertà

Le tesi di Nagel, van Inwagen e McGinn hanno un indubbio carattere scettico: tuttavia va notato che lo scetticismo di questi autori non ha senso ontologico, ma epistemico. Essi – quasi riprendessero il celebre «ignorabimus» di Du Bois-Reymond – non affermano, infatti, che noi non siamo liberi e neppure dubitano della nostra libertà; piuttosto, sostengono che la questione del libero arbitrio è, almeno per noi, irresolubile. La ragione di ciò è che le nostre più radicate intuizioni in materia contraddicono quanto sappiamo del mondo e anche quanto, plausibilmente, potremo mai arrivare a sapere. Nondimeno, secondo questi autori, l’intuizione della libertà è condizione ineliminabile dei giudizi morali, delle nostre attribuzioni di senso ad attività come la riflessione e la deliberazione, di pratiche sociali essenziali come la punizione o la lode e perfino delle imputazioni di razionalità agli agenti12. Per questo, secondo Nagel, van Inwagen e McGinn, l’intuizione della libertà va presa sul serio: «Non è certo che noi tutti, come hanno sostenuto gli esistenzialisti, siamo condannati alla libertà, ma certamente siamo tutti condannati a credere nella libertà»13. Tale intuizione, per quanto nitida, è però in contraddizione con gli argomenti contro il compatibilismo e il libertarismo, i quali presi congiuntamente sembrano provare che la libertà è impossibile. Da una parte, abbiamo dunque buone ragioni per pensare che non siamo liberi; dall’altra parte, l’idea della libertà è per noi irrinunciabile. Per questo, nota van Inwagen, la questione del libero arbitrio è un mistero insondabile: «Il libero arbitrio sembra [...] essere impossibile. Ma sembra anche che il libero arbitrio esista. Perciò l’impossibile sembra esistere»14.

Secondo van Inwagen (così come per Nagel e McGinn), dunque, non possiamo sfuggire al paradosso di dover credere a qualcosa la cui esistenza sembra impossibile da provare. È però istruttivo notare che un numero crescente di altri autori ha assunto una posizione ancora più radicale di questa, difendendo una forma di scetticismo non solo epistemico, ma metafisico. Secondo questi autori, infatti, non è tanto che non potremo mai provare di essere liberi; piuttosto, semplicemente non siamo liberi; in questa prospettiva, dunque, la libertà è nulla più di un’illusione. Una mera elencazione di titoli di libri molto recenti può dare un’idea di quanto siano oggi comuni posizioni di questo tipo: The Non-Reality of Free Will, Free Will and Illusion, Living Without Free Will, The Illusion of Conscious Will sono tutti usciti negli ultimi anni, presso editori molto autorevoli15.

A me pare che questa vorticosa ascesa dello scetticismo, tanto epistemico quanto metafisico, sia oggi il fenomeno più rilevante dell’intera discussione sulla libertà. In proposito è però importante una precisazione. Sarebbe errato pensare che lo scetticismo rispetto alla libertà sia una posizione filosoficamente inedita: al contrario, sia la versione epistemica sia quella metafisica hanno avuto, in passato, non pochi propugnatori. Lo scetticismo epistemico fu difeso, ad esempio, da Lorenzo Valla, il quale concludeva il suo celebre dialogo De libero arbitrio con queste parole: «ben difficile e arduo è questo problema, e non so se risolto da qualcuno. Ma non c’è motivo per cui tu debba turbarti e confonderti anche se non lo risolverai mai.



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